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È morto il PC? W il PC!

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allinoneI dati pubblicati pochi giorni fa dall’IDC (International Data Corporation) e relativi ai dati di vendita dei Personal Computer in Europa non fanno altro che certificare ciò di cui ci si può facilmente accorgere passeggiando tra gli scaffali dei negozi di elettronica nei centri commerciali: i computer desktop non si interessano più nessuno ed il relativo crollo delle vendite è drammatico. In Europa si parla di un calo medio del 22% rispetto all’anno passato, che già era stato un anno contrassegnato dal segno meno.

E’ normale ed è perfettamente logico che la gente acquisti sempre meno pc. Non mi voglio dilungare particolarmente nello spiegare perché ciò sta accadendo poiché lo ritengo piuttosto intuibile da parte di tutti. Il PC desktop ebbe un duro colpo già ai tempi della diffusione di massa dei notebook (che comunque rientrano nella categoria citata dalle statistiche) poichè la gente comune trovava molto più comodo un aggeggio più leggero, portatile e richiudibile con monitor e tastiera incorporati, piuttosto che acquistare un pesante PC che richiede una sua sistemazione all’interno della casa, con mouse, tastiera, stampante e monitor.

Nonostante il flop dei netbook, troppo lenti e limitati nelle funzioni per poter, con dimensioni così contenute, davvero essere una macchina utile sia a casa che in mobilità, la strada era tracciata. Fu Steve Jobs a comprendere per primo l’importanza di rendere sempre più portatile il pc sottolineando però come il netbook non fosse la risposta giusta a questa esigenza, nel momento in cui si accingeva a presentare un dispositivo che avrebbe cambiato la vita di quasi tutti gli abitanti della Terra: il tablet.

Tablet e smartphone oggi hanno soppiantato i PC per un semplice motivo: alla maggior parte della gente di tutto ciò che un PC da 2.000 euro o di  un ultrabook di design e molto potente possono fare non interessa quasi niente. La gente comune ha sempre e solo usato il PC per poche, semplici operazioni: la posta elettronica, la visione di video e film, la contabilità domestica, i social network. Per ottemperare a queste semplici necessità non servono processori Pentium i7 o svariati Gb di Ram, può bastare un tablet evoluto.

I tablet, o gli smartphone, sono apparecchi che consentono un uso semplice delle funzioni che ci servono: si fa tutto con le app e non bisogna sapere praticamente niente altro. C’è un’app per ogni cosa, basta cercare! Poi, certo, ci sono cose che con un tablet non risultano troppo comode da fare, come, ad esempio, effettuare il pagamento di un F24 tramite la banca online, ma è solo questione di tempo: le app di alcune banche stanno rendendo piuttosto semplice anche lo svolgimento di operazioni complesse.

Se spostiamo l’attenzione dal mondo consumer a quello business le cose cambiano e parecchio. Se è vero che i tablet sono stati testati per primi proprio dai professionisti, quelli ai quali quasi non sembrava vero di poter prendere appunti, effettuare presentazioni, scrivere e ricevere email su uno schermo di giuste dimensioni ottenendo tutto ciò in mobilità; è però pur vero che poi i tablet sono entrati nelle case delle famiglie, rivoluzionandone anche le abitudini.

E’ dunque chiaro come la massa che poi fa i numeri che interessano alle aziende è rappresentata proprio dalla clientela consumer piuttosto che quella business e, di conseguenza, più aumentano le vendite di tablet e smartphone più scendono quelle relative ai PC. Anche perchè, oggi, dovendo consigliare ad un cinquantenne tecnologicamente analfabeta, l’acquisto di un “dispositivo per fare tutte quelle cose che fanno i giovani” chi di voi consiglierebbe un PC o un portatile? Mia mamma usa il PC, che io le ho regalato, per parlare con i nipoti su Skype, per chattare con le amiche su Facebook e per scoprire nuove ricette ma potrebbe fare tutte queste cose in modo molto più semplice con un tablet (e infatti, indovinate a chi andrà il mio iPad 3 quando deciderò di acquistarne uno più recente?).

Esistono però ampie categorie di lavoratori, o anche di semplici appassionati, che non possono, e probabilmente non potranno mai, fare tutto con tablet e smartphone. Io stessa, ad esempio, ho provato a scrivere dei post per i miei blog con il tablet e, addirittura, con l’iPhone, trovandole però operazioni troppo lente e poco precise. E ritengo sia piuttosto difficile poter mettere mano al codice php di un sito senza almeno un portatile, così come realizzare delle immagini complesse.

Inoltre, studi professionali, architetti, ingegneri, commercialisti e molte altre categorie di persone non potranno, almeno nei prossimi mesi, pensare di abbandonare il PC, desktop o portatile che sia. E’ chiaro che in termini di vendite quelle dei PC diventeranno sempre più marginali, ma questo non necessariamente è un male, a patto che le aziende lo comprendano e siano in grado di regolarsi di conseguenza: il professionista tende ad orientarsi maggiormente verso prodotti di alta gamma (Mac in testa) rispetto a quanto facevano le famiglie quando ancora compravano i PC. E i prodotti di alta gamma sono anche quelli che garantiscono maggiori margini di guadagno per chi li produce.

Il futuro, invece, per quanto sempre difficile da prevedere, sarà segnato sempre più dall’integrazione tra i vari dispositivi, in modo da poter sempre avere a disposizione tutti i dati, personali e di lavoro, sia che ci si trovi a casa, in ufficio, in vacanza o in viaggio. Un po’ come teorizzato da quel maestro della fantascienza che è stato Isaac Asimov. Ci sarà da aspettare un po’ ma non dovremmo essere troppo lontani dal futuro.

 

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